questioni di cronologia: il
computo degli anni e dei mesi
Stabilire la data d’inizio per il computo degli anni rappresenta un problema che
ha occupato gli uomini di ogni tempo. Infatti scegliere l’inizio della datazione
significa attribuire a un fatto un valore simbolico fondante il periodo in cui
potersi rappresentare. È quindi una scelta culturale fortemente connotata e
connotante un gruppo sociale. 2) Consolato: si fissava l’anno di origine della Repubblica Romana nel 509 avanti l’era cristiana. Nel 541 dell’era cristiana Flavio Basilio rivestì il consolato per l’ultima volta e gli anni che seguirono si numerarono P.C. (post consolatum). Nei secoli VI–VII molte lettere dei papi mantengono tale datazione. 3) Olimpiadi: il computo degli anni per le Olimpiadi, che si tenevano ogni quattro anni, fu introdotto in Grecia dallo storico siciliano Timeo (morto il 256 a.C.) il quale se ne servì per la storia universale. Tale datazione fu abolita da Teodosio il Grande nell’anno 395 d.C. e fu rimpiazzata dal computo delle indizioni. |
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4) Era della fondazione di Roma: Varrone fa risalire la fondazione di Roma, ab Urbe condita, all’anno 753, 21 aprile. L’inizio dell’anno venne stabilito il 1° gennaio. 5) Era di Diocleziano e dei martiri: 29 agosto 284. Si diffuse in Egitto l’era di Diocleziano che venne chiamata anche era dei martiri per le persecuzioni avvenute nel periodo. 6) Indizione: rappresenta un periodo cronologico di quindici anni. Tale consuetudine nasce e si diffonde in Egitto. Il punto di partenza coincide con il 313, l’anno in cui l’imperatore Costantino rende pubblica la religione cristiana. Gli anni di ciascun periodo venivano numerati progressivamente, per ricominciare ogni volta da capo, senza indicare però la successione dei periodi. Per l’indizione greca o costantinopolitana l’anno iniziava il 1° settembre; quella romana o pontificia partiva dal 25 dicembre o 1° gennaio; vi erano poi altre indizioni con inizi diversi: la senese, bedana o costantiniana o cesarea. L’indizione bizantina era in uso anche a Venezia. 7) Era di Spagna: verso il V secolo fu introdotto l’uso di quest’era che datava dalla conquista della Spagna da parte di Augusto avvenuta il 1° gennaio 38 dell’era cristiana. Fu in uso nella penisola iberica, in Africa e nelle province meridionali della Francia. Venne abolita tra il XII e XV secolo. 8) Era cristiana: si fa risalire allo scita Dionigi il Piccolo, abate a Roma nel VI secolo e dotto canonista e computista, l’introduzione di quest’era. Egli fissò la nascita di Cristo al 25 dicembre dell’anno 753 di Roma, così il primo anno coincise con il 754 dalla fondazione di Roma. Questo calcolo, che poi molti eruditi riconobbero in ritardo di sei, sette anni dalla nascita di Cristo, è stato universalmente adottato. Nel Medio Evo vi erano differenze riguardo al giorno d’inizio dell’anno. A Nativitate Domini stabiliva il primo giorno al 25 dicembre; ab Incarnatione Domini il 25 marzo, festa dell’Annunciazione. Il calcolo attuale, detto moderno o della Circoncisione, indica il 1° gennaio. Lo stile veneto, more veneto, stabiliva il primo giorno dell’anno il 1° marzo e venne usato negli atti pubblici e ufficiali fino al 1797.
9) Egira di Maometto: si calcola
l’inizio dell’era dalla fuga di Maometto dalla Mecca, cioè dal 16 luglio
dell’anno 622 d.C. L’uso iniziò nel 640 con il califfo Omar I. E’ ancora in uso
in alcuni paesi islamici, come la Libia e la Somalia. Anche il computo dei mesi è stato oggetto di diverse interpretazioni e adozioni. Ricordiamo ad esempio il calendario romano, ecclesiastico, il calendario perpetuo giuliano, il calendario della Repubblica Francese. La riforma gregoriana, per far coincidere il corso dell’anno con quello del sole, venne proposta da Leone X e dal suo collaboratore Paolo di Middelburg nel quinto Concilio Lateranense (1513-17) e attuata da Gregorio XIII. Per correggere le eccedenze che si erano verificate nei secoli, venne riportato l’equinozio di primavera al 21 marzo e stabilito che solo gli anni secolari, prima tutti bisestili, perfettamente divisibili per 400 fossero bisestili. La riforma fu introdotta in Italia nel 1582.
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